VLOG#8 Tour Sardegna 2021 - Altopiano del Golgo


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Come ci siamo arrivati dal paese di Baunei.
La prima sterrata sulla destra porta ad una sorta di terrazza panoramica, che regala una visuale a strapiombo sul centro abitato, detta “Belvedere de Santu Franciscu”, poiché negli anni Ottanta si progettò di collocarvi una statua di San Francesco (progetto ben presto abbandonato, e mai più preso in considerazione). Proseguendo sulla strada asfaltata, lungo la “Bia Maore” (“la via principale”) si arriva ad un bivio che a destra (strada sterrata) porta verso la zona di “Monte Ginnirco” (811 m.), servita da una fitta rete di sterrate utilizzate dai tanti pastori che ancora oggi frequentano la montagna. Restando sulla “Bia Maore” si raggiunge il cuore dell’altopiano, oggi famoso soprattutto per una straordinaria voragine, chiamata in sardo “Su Sterru”, fra le più profonde d’Europa. La strada asfaltata termina a poca distanza dalla chiesa campestre dedicata a San Pietro, non molto lontano da “Su Sterru”, dalle vasche basaltiche chiamate “As Piscinas” e dall’inizio del sentiero che porta a “Cala Goloritzè”. Un vero e proprio concentrato di attrazioni turistiche in pochi chilometri quadrati.
Una nota a parte è da dedicare al "Betilo" Antropomorfo:
Il “Bètilo di Golgo” è situato nel piazzale di fronte alla chiesa di San Pietro, è uno dei monumenti di epoca nuragica più noti del territorio di Baunei. Questo affascinante reperto, in pietra basaltica (noto anche come “il Menhir di Golgo”), è citato in tutti i testi di archeologia sarda, per quel volto umano scolpito in rilievo che ne fa un interessante caso di “bètilo antropomorfo”. Con il termine “bètilo” gli archeologi si riferiscono a statue in pietra, stilizzate, dell’epoca nuragica. I bètili più antichi generalmente hanno forma conica e a volte presentano elementi di antropomorfismo. Poiché nei bètili le fattezze umane sono solitamente ottenute mediante incavi circolari, da interpretarsi come occhi aperti, il “Bètilo di Golgo”, per il volto in rilievo molto ben definito nei tratti fisionomici, è considerato un reperto tra i più significativi dell’arte nuragica. A metà degli anni Settanta questo singolare bètilo attirò l’attenzione dell’archeologo Giovanni Lilliu, che venne appositamente a Baunei per studiare “l’interessante monumentino figurato”. I risultati di queste ricerche furono pubblicati nel 1975 nella rivista “Studi Sardi”, in un articolo intitolato “Dal betilo aniconico alla statuaria nuragica”, dove l’antropomorfismo del “monumentino” è cosi descritto: “Il volto, sporgente di cm. 4/5, è di taglio ovale, regolare, un po’ allungato al mento, dai lineamenti morbidi ed essenziali; è lungo cm. 19, largo alla fronte cm. 12. (…) . Nell’insieme è un volto distaccato, impassibile, in piena frontalità come vuole l’astrazione geometrica e simmetrica: un volto veramente di pietra”.

Gli studiosi presumono che in origine il “Bètilo di Golgo” fosse posizionato a fianco di una delle numerose “Tombe dei giganti” (monumenti funerari di epoca nuragica), che per quanto disseminate lungo tutto l’altopiano, sono difficilmente individuabili, se non accompagnati da guide esperte, anche perché spesso nascoste dalla fitta vegetazione. Questi monumenti funerari vengono chiamati “Tombe dei giganti” per le dimensioni ciclopiche che li caratterizzano. Si tratta di sepolcri in muratura, costituiti da un lungo corridoio coperto (la cella funeraria vera e propria) preceduto da un’esedra semicircolare, al centro della quale si trova una piccola porta. Secondo gli esperti di arte funeraria di epoca antica, bètili come quello di Golgo venivano posizionati nei pressi delle sepolture collettive con una precisa funzione rituale: dovevano vigilare sull’incolumità della tomba e sulla pace dei defunti che vi erano seppelliti.

In questo video:
- La Chiesa di San Pietro apostolo;
- Il Nuraghe di Orgoduri;
- La Maschera di Pietra;
- "Su Sterru" - La Voragine.

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